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Guardati dunque, o figlio, dall’occuparti avidamente
di queste cose, che vanno al di là della possibile tua
conoscenza; preoccupati e sforzati piuttosto di poterti
trovare tu nel regno dei cieli, magari anche ultimo.
Ché, pure se uno sapesse chi sia più santo di un altro
o sia considerato più grande nel regno dei cieli, a che
cosa ciò gli gioverebbe, se non ne traesse motivo di
abbassarsi dinanzi a me, levandosi poi a lodare ancor
più il mio nome?
Compie cosa molto più gradita a Dio colui che pensa
alla enormità dei suoi peccati, alla pochezza delle sue
virtù e a quanto egli sia lontano dalla perfezione dei
santi; molto più gradita di quella che fa colui che
disputa intorno alla maggiore o minore grandezza
dei santi.
É cosa migliore implorare i santi, con devote
preghiere e mnsupplicarli umilmente affinché,
dalla loro gloria, ci diano aiuto; migliore che
andare indagando, con inutile ricerca, il segreto
della loro condizione.
Essi sono paghi, e pienamente. Magari gli uomini
riuscissero a limitarsi, frenando i loro vaniloqui.
I santi non si vantano dei loro meriti; non
ascrivono a sé nulla di ciò che è buono, tutto
attribuendo a me; poiché sono stato io, nel
mio amore infinito a donare ad essi ogni cosa.
Di un così grande amore di Dio e di una gioia così
strabocchevole i santi sono ricolmi; ché ad essi
nulla manca di gloria, nulla può mancare di felicità.
I santi, quanto più sono posti in alto nella gloria,
tanto più sono umili in se stessi, e a me più cari.
Per questo trovi scritto che “deponevano le loro
corone dinanzi a Dio, cadendo faccia a terra dinanzi
all’Agnello e adorando il Vivente nei secoli dei secoli”
(Ap 4,10; 5,14).
Molti cercano di sapere chi sia il maggiore nel
regno di Dio, e non sanno neppure se saranno
degni di essere colà annoverati tra i più piccoli.
Ed è gran cosa essere pure il più piccolo, in cielo,
dove tutti sono grandi, perché “saranno detti – e
lo saranno – figli di Dio” (Mt 5,9); “il più piccolo
diventerà come mille” (Is 60,22); “il più misero
morirà di cento anni” (Is 65,20).
Quando infatti i discepoli andavano chiedendo
chi sarebbe stato il maggiore nel regno dei cieli,
si sentirono rispondere così: “se non vi sarete
convertiti e non vi sarete fatti come fanciulli non
entrerete nel regno dei cieli; chi dunque si sarà
fatto piccolo come questo fanciullo, questi è il
più grande nel regno dei cieli” (Mt 18,3s).
Guai a coloro che non vogliono accettare di
buon grado di farsi piccoli come fanciulli: la
piccola porta del regno dei cieli non permetterà
loro di entrare.
Guai anche ai ricchi, che hanno quaggiù le loro
consolazioni; mentre i poveri entreranno nel
regno di Dio, essi resteranno fuori, in lamenti.
Godete, voi piccoli; esultate, voi “poveri, perché
il regno di Dio è vostro” (Lc 6,20); a condizione
però che voi camminiate nella verità.
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Artista: http://audionautix.com