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O Signore, che cosa è mai la fiducia che ho in questa
vita. Quale è il mio più grande conforto, tra tutte le
cose che si vedono sotto il cielo?
INCOMINCIANO I CONSIGLI DEVOTI PER LA SANTA COMUNIONE
Parola di Cristo
“Venite a me tutti, voi che siete affaticati e oppressi;
ed io vi ristorerò”, dice il Signore (Mt 11,28).
“Il pane che io darò è la mia carne per la vita del
mondo” (Gv 6,52).
“Prendete e mangiate, questo è il mio corpo, che
sarà dato per voi: fate questo in memoria di me”
(1Cor 11,24).
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
rimane in me, ed io in lui” (Gv 6,57).
“Le parole che vi ho dette sono spirito e vita”
(Gv 6,64).
Parola del discepolo
O Cristo, verità eterna. Sono queste, parole tue,
anche se non pronunciate in un solo momento,
né scritte in un sol punto.
E poiché sono parole tue, e veritiere, esse devono
essere accolte tutte da me con gratitudine e con
fede. Sono parole tue, pronunciate da te; ma sono
anche mie, giacché le hai proferite per la mia
salvezza.
E dalla tua bocca le prendo con gioia, per farle
penetrare più profondamente nel mio cuore.
Parole di così grande misericordia, piene di
dolcezza e di amore, mi sollevano; ma mi
atterriscono i miei peccati, e la mia coscienza
non pura mi impedisce di ricevere sì grandi
misteri.
La dolcezza delle tue parole mi spinge, ma poi
mi attarda il cumulo dei miei difetti.
Tu mi comandi di accostarmi a te con fiducia,
se voglio stare intimamente in te; tu mi comandi
di ricevere il cibo dell’immortalità, se voglio
conquistare la vita eterna e la gloria.
“Venite tutti a me – dici – voi che siete faticati e
oppressi, ed io vi ristorerò” (Mt 11,28). Dolce
all’orecchio del peccatore, e piena d’intimità,
questa parola; una parola con la quale tu, o
Signore Dio mio, inviti me, misero e povero,
alla comunione del tuo corpo santissimo.
Ma chi sono io, o Signore, per credermi degno
di accostarmi a te? Gli immensi cieli non ti
contengono, e tu dici: “Venite a me tutti”. Che
cosa vuol dire una degnazione così misericordiosa,
un invito così pieno di amicizia? Come oserò
venire, io che so bene di non avere nulla di buono,
per cui possa credermene degno?
Come ti farò entrare nella mia casa, io che molte
volte ho offeso il tuo volto tanto benigno? Gli
angeli e gli arcangeli ti venerano; ti temono i
santi e i beati; e tu dici: “Venite tutti a me”. Se
non fossi tu a dirlo, o Signore, chi lo crederebbe;
e se non fossi tu a comandarlo, chi avrebbe il
coraggio di avvicinarsi?
Ecco, Noè, uomo giusto, lavorò cent’anni nella
costruzione dell’arca, per trovare salvezza con
pochi suoi; e come potrò io, solo in un’ora,
prepararmi a ricevere con religioso timore il
costruttore del mondo?
Mosè, il servo tuo grande, a te particolarmente
caro, fece un’arca con legni non soggetti a
marcire e la rivestì d’oro purissimo, per riporvi
le tavole della legge; ed io, putrida creatura,
oserò ricevere con tanta leggerezza te, autore
della legge e datore della vita?
Salomone, il sapientissimo re d’Israele, costruì,
con un lavoro di sette anni, un tempio grandioso
a lode del tuo nome; ne celebrò la dedicazione
con una festa di otto giorni e con l’offerta di mille
vittime pacifiche; e collocò solennemente, tra
gioiosi suoni di tromba, l’arca dell’alleanza nel
luogo per essa predisposto.
E come ti introdurrò nella mia casa, io, infelice,
il più miserabile tra gli uomini; io che, a stento,
riesco a passare devotamente una mezz’ora?
E fosse almeno, una volta, una mezz’oretta
passata come si deve!
Quiet di Audionautix è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Artista: http://audionautix.com