Gli opposti impulsi della natura e della grazia – 3P – Imitazione di Cristo – L. III Cap. LIV


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La natura si compiace di annoverare molte
amicizie e parentele; si vanta della provenienza
da un luogo celebre o della discendenza da
nobile stirpe; sorride ai potenti, corteggia i
ricchi ed applaude coloro che sono come lei.

La grazia, invece, ama anche i nemici; non si
esalta per la quantità degli amici; non dà
importanza al luogo di origine o alla famiglia
da cui discende, a meno che in essa vi
sia una virtù superiore; è ben disposta verso
il povero, più che verso il ricco;

simpatizza maggiormente con la povera gente
che con i potenti; sta volentieri con le persone
sincere, non già con gli ipocriti; esorta sempre
le anime buone ad ambire a “doni spirituali
sempre più grandi” (1Cor 12,31), così da
assomigliare, per le loro virtù, al Figlio di Dio.

La natura, di qualcosa che manchi o che dia
noia, subito si lamenta. La grazia sopporta con
fermezza ogni privazione. La natura riferisce
tutto a sé; lotta per sé, discute per sé. La grazia,
invece, riconduce tutte le cose a Dio, da cui
provengono come dalla loro origine; nulla di
buono attribuisce a se stessa, non presume
di sé con superbia; non contende, non pone
l’opinione propria avanti alle altre;

anzi si sottomette, in ogni suo sentimento e in
ogni suo pensiero, all’eterna sapienza e al
giudizio di Dio.

La natura è avida di conoscere cose segrete
e vuol sapere ogni novità; ama uscir fuori,
per fare molte esperienze; desidera distinguersi
e darsi da fare in modo che ad essa possa venirne
lode e ammirazione.

La grazia, invece, non si preoccupa di apprendere
novità e curiosità, perché tutto il nuovo nasce da
una trasformazione del vecchio, non essendoci mai,
su questa terra, nulla che sia nuovo e duraturo.

La grazia insegna, dunque, a tenere a freno i sensi,
a evitare la vana compiacenza e l’ostentazione, a
tener umilmente nascosto ciò che sarebbe degno
di lode e di ammirazione, infine a tendere, in tutte
le nostre azioni e i nostri studi, al vero profitto, alla
lode e alla gloria di Dio.

Non vuol far parlare di sé e delle cose sue,
desiderando, invece, che, in tutti i suoi doni,
sia lodato Iddio, che tutto elargisce per puro
amore.

É, codesta grazia, una luce sovrannaturale, propriamente
un dono particolare di Dio, un segno distintivo degli eletti,
una garanzia della salvezza eterna.

La grazia innalza l’uomo dalle cose terrestri all’amore
del cielo e lo trasforma da carnale in spirituale.

Adunque, quanto più si tiene in freno e si vince la
natura, tanto maggior grazia viene infusa in noi;
così, per mezzo di continue e nuove manifestazioni
divine, l’uomo interiore si trasforma secondo
l’immagine di Dio.

Quiet di Audionautix è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/)
Artista: http://audionautix.com

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Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!