La mancanza di ogni conforto – Seconda Parte – Imitazione di Cristo – Libro II Cap. IX


Quando, dunque, Dio ti dà una consolazione
spirituale, accoglila con gratitudine. Ma
comprendi bene che si tratta di un dono che
ti viene da Dio, non di qualcosa che risponda
a un tuo merito.

Per tale dono non devi gonfiarti o esaltarti, né
presumere vanamente di te; al contrario, per
tale dono, devi farti più umile, più prudente
e più timorato in tutte le tue azioni, giacché
passerà quel momento e verrà poi la tentazione.

Quando poi ti sarà tolta quella consolazione,
non disperare subitamente, ma aspetta con
umiltà e pazienza di essere visitato dall’alto:
Dio può ridarti una consolazione più grande.

Non è, questa, cosa nuova né strana, per coloro
che conoscono la via di Dio; questo alterno ritmo
si ebbe frequentemente nei grandi santi e negli
antichi profeti.

Ecco la ragione per la quale, mentre la grazia
era presso di lui, quello esclamava: “Nella
pienezza dissi: così starò in eterno” (Sal 29,7);
poi, allontanatasi la grazia, avendo esperimentato
la sua interiore condizione, aggiungeva: “togliesti,
o Dio, da me la tua faccia e sono pieno di tristezza”
(Sal 29,8).

Tuttavia quegli frattanto non disperava, ma pregava
Iddio più insistentemente, dicendo: “A te, Signore,
innalzerò la mia voce, innalzerò la mia preghiera al
mio Dio”(Sal 29,9).

Ricavava alla fine il frutto della sua orazione, e
proclamava di essere stato esaudito, con queste
parole: “Il Signore mi udì ed ebbe misericordia
di me; il Signore è venuto in mio soccorso”
(Sal 29,11).

Come? “Mutasti – disse – il mio pianto in gioia, e
mi circondasti di letizia” (Sal 29,12). Poiché così
avvenne per i grandi santi, noi deboli e poveri,
non dobbiamo disperarci, se siamo ora ferventi,
ora tiepidi; ché lo spirito viene e se ne parte, a
suo piacimento.

É per questo che il santo Giobbe diceva: “Lo visiti
alla prima luce, ma tosto lo metti alla pr

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Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore!